Quanto deve impegnarsi ciascuno Stato Ue per raggiungere gli obiettivi climatici fissati da Bruxelles? Per rispondere a questa semplice domanda ci vuole un intero regolamento europeo, che oggi è stato aggiornato dalla Commissione alla luce del nuovo traguardo di riduzione della CO2 di almeno il 55% entro il 2030. Il documento assegna a ciascun Paese “obiettivi rafforzati” per abbattere l’inquinamento prodotto da edifici, trasporto stradale e marittimo interno, agricoltura, rifiuti e piccole industrie. All’Italia, che in questi settori avrebbe dovuto tagliare il 33% della CO2 entro il 2030, verrà chiesto di incrementare tale sforzo di dieci punti percentuali, portandolo al 43%. 

In generale tutta l’Ue dovrà ridurre del 40% l’inquinamento nei settori che messi assieme sono responsabili della gran parte delle emissioni del Vecchio continente. Questi obiettivi tengono conto “delle diverse situazioni di partenza e delle diverse capacità di ciascuno Stato membro” e “si basano sul loro Pil pro capite, con adeguamenti che prendono in considerazione l’efficienza in termini di costi”, si legge nel documento Ue. Anche se all’Italia viene richiesto di tagliare un 3% in più rispetto alla media Ue, bisogna ricordare che l’aumento previsto oggi alza di 11 punti percentuali l’asticella dell’ambizione climatica europea.

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