Lasciano perplessi alcuni episodi che hanno riguardato, nelle ultime settimane, le scuole campane. Nei giorni scorsi, in un istituto di Pozzuoli, alcuni studenti che indossavano jeans strappati, sono stati costretti a “chiudere” le aperture sui pantaloni altezza gambe, con dello scotch. In base al nuovo regolamento di Istituto, infatti, non sono consentiti abbigliamenti definiti poco idonei. La dignità nell’abbigliamento è certamente da perseguire, ma, come da molti genitori segnalato, costringere i ragazzi a tenere le lezioni, “tappando i buchi” sulla stoffa, è apparsa una soluzione troppo radicale se non estrema.
Un secondo episodio è accaduto a Frigenti (AV) dove un’intera classe ha deciso di rinunciare alla gita scolastica. Un grandissimo gesto di solidarietà nei confronti di un loro compagno disabile per il quale non ci sarebbe stata la possibilità di viaggiare con la carrozzina sia sul pullman che sul traghetto.
Due singoli accadimenti che lasciano però perplessi anche U.Di.Con. La scuola è inclusione oltre che educazione. In un momento tanto delicato nella crescita degli adolescenti, U.Di.Con ritiene sia necessario studiare provvedimenti, iniziative e regolamenti che tengano conto del coinvolgimento anche emotivo degli stessi studenti. Primo passo è insegnare ai giovani il concetto della programmazione inclusiva ovvero porre come primo principio anche nella scuola, la condivisione partecipata.
Diversamente si rischia solo di ampliare lo scollamento tra generazioni e la disaffezione verso “l’istituzione scolastica” e purtroppo i dati della dispersione in Campania confermano ancora una volta questo trend

Articolo realizzato nell’ambito del Programma “Sportelli per i Consumatori in Regione Campania” della Regione Campania con l’utilizzo di fondi del Ministero dello Sviluppo economico ai sensi del DM 10.08.2020

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