La violenza economica è parimenti distruttiva della violenza fisica. Lo stabiliscono recenti studi che individuano nell’impossibilità della vittima di violenza di genere, di liberarsi del proprio “carnefice” in mancanza di un sufficiente reddito. E’ per questo che si apprende con grande interesse l’iniziativa dell’Inps che ha istituito un contributo indirizzato alle aziende che decidono di assumere donne che sono state vittime di violenza. Il bonus ha appunto lo scopo di consentire il raggiungimento dell’autonomia economica a coloro che hanno subito una violenza.
Il “bonus assunzioni per le donne vittime di violenza” è previsto nella legge di Bilancio e il portale dell’Inps, con circolare n°41 del 5 marzo, ha fornito chiarimenti e istruzioni operative. In sostanza, per il triennio 2024/2026, i datori di lavoro potranno usufruire del bonus assunzioni per le donne disoccupate e vittime di violenza che già beneficiano del Reddito di Libertà, provvedimento introdotto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri nel 2020. La misura prevede in primis l’esonero dai contributi previdenziali al 100%, fino ad un massimo di 8000 euro. Un provvedimento che ha una validità pari a due anni se la lavoratrice è stata assunta con contratto a tempo indeterminato. Ma quali sono i requisiti del bonus assunzioni per le donne vittime di violenze? Come detto, il bonus può durare fino a un massimo di 24 mesi per i contratti a tempo indeterminato e massimo 12 mesi per i rapporti di lavoro a tempo determinato e fino a un massimo di 18 mesi per chi passa da un contratto a termine a un contratto a tempo indeterminato.
Sono esclusi dal bonus assunzioni per le donne vittime di violenza i premi e contributi Inail; il contributo Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto; eventuale contributo ai Fondi di solidarietà; il contributo per il finanziamento dei Fondi interprofessionali per la formazione continua.
Possono usufruire del bonus, tutte le aziende che decidono di assumere delle donne, con o senza figli, che sono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni o dai Servizi Sociali. Le donne possono essere assunte se residenti in Italia, disoccupate, già percettrici del Reddito di libertà. Sarà necessario inoltre che dichiarino la loro disponibilità immediata a svolgere una qualsiasi attività lavorativa.
U.Di.Con sempre al fianco dei cittadini, è disponibile con i propri sportelli, ad ogni tipo di accompagnamento e chiarimento in merito.


Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Campania con l’utilizzo dei fondi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ai sensi del D.M. del 6 maggio 2022

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