Anche per il 2023 la Regione Campania vieta il diritto alla salute costituzionalmente garantito. Lo fa attraverso una nota inviata alle Aziende Sanitarie il base alla quale si vieta l’utilizzo del certificato di esenzione del ticket sanitario per quei cittadini, anche se affetti da patologie gravi, che non abbiano requisiti reddituali o familiari previsti dalla legge, a coloro che abbiano presentato autocertificazioni reddituali non veritiere e non in regola con i con il rimborso dei ticket non versati. Ciò significa di fatto creare una sorta di “lista” nera di cittadini ai quali viene privato non solo il diritto alla salute ma anche quello di difesa giacché viene loro negato il rilascio del certificato di esenzione ticket senza permettere produrre atti in autotutela. U.Di.Con, Unione dei Consumatori, già lo scorso mese di dicembre aveva sollevato il caso chiedendo un immediato intervento della Regione Campania e un passo indietro rispetto a quest’atto che non fa altro che creare un ulteriore divario spingendo anche il cittadino in regola, ma erroneamente inserito in questa “lista dei morosi”, a rivolgersi a strutture private (dunque a pagamento) se nelle sue possibilità e il cittadino con disagio economico a rinunciare al diritto alla cura.
“Quel che sorprende, afferma Anna Della Mura, presidente regionale U.Di.Con, è l’atteggiamento punitivo della Regione nei confronti di quei cittadini che in passato hanno presentato dichiarazioni mendaci ma che oggi sono pienamente in possesso dei requisiti richiesti. Per non parlare poi del fatto che in questa lista dei cattivi figurano indigenti, invalidi ma anche soggetti affetti da patologie croniche, rare o addirittura oncologiche per i quali la cura significa vita”. Il settore della sanità in Campania, pur uscito da un decennio di disastroso commissariamento, ad oggi resta il “tallone d’Achille” per i campani che hanno tutto il diritto alle cure di qualunque altro italiano a causa di decisioni poco lungimiranti e del tutto lontane dalla vita quotidiana dei cittadini. Già il continuo superamento dei tetti di spesa, con le convenzioni attive al massimo per la prima settimana di ogni mese, è una “rincorsa” contro il tempo per riuscire a prenotare visite ambulatoriali o analisi di laboratorio prima che finiscano i soldi, ci chiediamo quando i campani avranno una sanità dignitosa?

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