Dati emersi da un’analisi condotta da Unioncamere e InfoCamere, nel trimestre 1° gennaio – 31 marzo 2025 in base alla quale sono 8.289 le imprese registrate alla Camera di Commercio per questo settore. Numeri che devono far riflettere considerando che parliamo di gioco autorizzato a cui va poi aggiunto il mondo sommerso dell’illegalità. In Campania, in base a queste analisi, ci sono 615 luoghi ufficiali con offerte di gioco. Numeri che, anche nell’ambito lecito, sono comunque destinati a salire poiché contemplano solo le sale specializzate in giochi, come quelle per il bingo, agenzie di scommesse, sale slot e VLT. In sostanza, vi è un numero maggiore di luoghi che hanno il “gioco” come attività secondaria, ad esempio i tabacchi o i bar che hanno un piccolo corner o sala per le scommesse. Parliamo di luoghi fisici. Ma diversa è la posizione in classifica se pensiamo alle sale “virtuali”. In questo caso la Campania è al primo posto, con quasi il 20% del totale nazionale di rivendita di ricariche per i giochi a distanza. Da sempre attenta agli interessi dei consumatori, U.Di.Con, ha studiato il fenomeno della ludopatia che è tristemente collegato al gioco d’azzardo, legale o illegale che sia. Parliamo di una patologia vera e propria per la quale esiste un disturbo/dipendenza. Negli ultimi anni, dal punto di vista sanitario, si fa sempre più riferimento al termine DGA ovvero Disturbo da Gioco d’Azzardo, comportamento che spinge in modo compulsivo al “rilancio”. Cosa si fa in termini di prevenzione a tutela dei cittadini? Vi è intanto una legge, la n. 111 del 2023, che all’articolo 15 ha fissato i ‘principi e criteri direttivi per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici’, delegando il Governo all’emanazione dei relativi decreti legislativi. Obiettivo e speranza, era un confronto con le Regioni per realizzare, insieme, una sorta di codice del gioco pubblico, un testo unico di riorganizzazione del gioco fisico. Così al momento non è, giacché si sta procedendo prima con il riordino del gioco a distanza. In attesa dei tempi, che si preannunciano piuttosto lunghi per la complessiva rivisitazione della materia, si ritiene necessario procedere con una concertazione di professionalità che, ognuno per la propria parte, promuovano interventi di formazione e informazione a tutela del cittadino.

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